martedì 16 novembre 2010

Colpa della pistola o di chi spara?


Ho trovato questo commento in un blog:

Io non capisco come fanno le persone a usare questo inutile facebook. Se voglio tenermi in contatto con gli amici uso altri metodi, non vado certo su facebook a dire al mondo intero cosa penso, cosa dico, chi sono i miei amici reali, cosa faccio e cosa mi piace.
Vi ricordo che facebook guadagna miliardi di dollari col vostro prezioso tempo speso condividendo link inutili, giochi e gruppi stupidi. Cancellatevi da facebook come ho fatto io e tornate a vivere.

Io non ce l’ho con i detrattori di Facebook. Ho solo un po’ di prurito per i commenti simili a questo che, per un paradosso, danno più importanza a un social di quanto gli stessi utilizzatori non facciano.
Un social non è mai la completa verità e conterrà solo ciò che io voglio contenga, e solo le persone che io reputo debba contenere.
La decisione di buttare dentro chiunque sta solo in una scelta soggettiva. Nessuno ci punta la pistola. Come al solito è più facile demandare la responsabilità di un evento a una cosa piuttosto che a colui che l’ha utilizzata.
Per lo stesso motivo, il nuovo “personal network” Path esiste proprio perché le persone non riescono a contenersi nel numero di contatti. È sciocco scegliere un social network limitato nelle amicizie perché non si possiede il buonsenso di non cliccare ogni richiesta di affinità indistintamente.

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