sabato 13 marzo 2010

La corda tesa taglia le dita




Oggi pensavo che, a volte, c'è più amore nel lasciar andare che nel voler trattenere a tutti i costi. Scrivo a volte perché si può lasciar andare anche per indifferenza, e lì, di amore, ce ne sarebbe ben poco.
Si prova uno strano sentimento nel vedere andare via una persona sapendo che è la cosa giusta nonostante la sofferenza provata nell'allontanarsi da lei sia infinita.
Mi viene in mente il rapporto genitore-figlio, per esempio...

Mi viene in mente Khalil Gibran (1883-1931)

I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.


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