giovedì 20 febbraio 2014

Se sei solo nella vita e pure sul web, vuol dire che sei una persona insignificante

@ Davide Lorenzon

Decalogisti.
Decaloghisti.
Preferisco decalogisti. Sono entrambe parole inesistenti, che mi sono inventato ora, però scelgo il plurale della prima perché lo faccio derivare da "decalogia", altro termine inventato, che identifica la disciplina di coloro che fanno le liste, cioè i decaloghi, di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Non c'è niente di male, ma dopo una negazione c'è sempre un "però", come in questo periodo che ho appena scritto, appunto.
Un pomeriggio, dopo pranzo, me ne andavo per internet, e in una stradina ho trovato una ragazza – che avevo già visto e che avevo inserito nella mia agendina sotto la voce "persona spigliata e intelligente" – mettersi a compilare un decalogo delle cose che le persone devono sapere di internet.
Non scriverò l'intero decalogo, perché non lo merita, ma in uno di questi punti, forse il peggiore, diceva più o meno così: "Se sei solo nella vita e pure sul web, vuol dire che sei una persona insignificante."

Mi sono preso la premura di scriverle che una persona che resta sola nella vita, e per riflesso anche sul web, magari è una persona malata.
La ragazza ha scritto, sempre più o meno: "Di cosa cazzo stiamo parlando? Io mi riferivo alle persone che ho conosciuto, anche in internet, mica in generale."
Allora le ho fatto notare che nulla, nella sua lista, faceva pensare a qualcosa di mirato, ma che invece tutto appariva parecchio generico e che, magari, le persone sole e malate avrebbero potuto prendersela a male, anche quelle che lei aveva conosciuto in internet ma di cui ignorava le condizioni di salute.
Nessuna risposta.
Tu starai pensando: «Va bene. Tu però te le vai pure a cercare!»
«Vedi» penso io, «lo so che sembrano robette da litigi con le unghie finte, però questi grumi di pensiero sono quelle cose che poi per un cortocircuito non meglio specificato e reiterato fanno in modo che l'urbanistica di una città non tenga conto degli scivoli per le sedie a rotelle, per esempio.»
Una parte di questo concetto l'ho scritto nel vizio della Superbia (clic) per Cartaresistente. Ma c'è anche altro, se si osserva più in profondità. Spero.

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