© Cartaresistente |
Il vizio (clic) che ho scritto per Cartaresistente mi ha fatto ricordare di aver conosciuto una persona che manteneva la stessa intonazione sia quando parlava sia quando leggeva ad alta voce un testo scritto.
Non è da tutti.
Almeno io, mi accorgo della differenza quando non posso vedere in viso colui che parla. Come per radio, quando mi immagino il giornalista o il dj che piegano il mento verso il petto e iniziano a leggere. Sento proprio che la voce cambia col modificarsi della posizione. E poi cambiano le pause, la respirazione, spariscono le esitazioni, le vocali finali non sono trascinate.
Per questa persona che conoscevo, invece, non c'erano differenze e – non so se fosse un caso – aveva un animo incredibilmente equilibrato. Di contro, non ho mai saputo se al telefono le cose che mi diceva le aveva già tutte scritte o fossero le tipiche improvvisazioni di una chiacchierata.
Poi ho conosciuto anche una persona che ha spaccato la testa a un'altra: proprio con tutto il sangue, le urla e l'ambulanza. Dopo aver finito di spaccare la testa, la persona arrabbiata è tornata calma, come se non fosse successo niente.
Ha continuato a fare quello che stava facendo.
Ha continuato a fare quello che stava facendo.
Devo confessare che la persona con l'intonazione granitica, con quel suo equilibrio perfetto, a volte mi inquietava; mai quanto l'altra, che trovava lo stesso equilibrio, però solo dopo avere spaccato la testa a qualcun altro.
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