martedì 18 febbraio 2014

Chi ti guarda dal guardiamostro?

Sergio Donato (CC BY-NC-ND 3.0)
Nel 2011 ho vinto l'Algernon Blackwood.
Gli altri due anni mi sono fermato alla finale. Sono contento, anche se, insomma, ora ho da fare una cosa... ah, e sì, quest'anno è toccato a "Il guardiamostro" (clic), e scusami se scrivo di fretta, ma devo proprio fare quella cosa. Devo andare a fare la guardia, dietro la finestra, con il coltellino puntato sul vetro.


4 commenti:

  1. È la prima volta che un tuo racconto non mi convince, e forse i motivi sono legati più a una mia sensibilità verso il tema, la presenza di bambini in una storia horror, che ad altro. Non riesco a spiegare meglio perché la lettura mi abbia inquietato - ma non di quell'inquietudine feconda, cui credo aspiri ogni racconto di questo genere.

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    1. Oh, mi dispiace, Patrizia. Mica per me. Per te. Quando consegno un testo ai lettori non è più solo mio, appartiene al giudizio e alla sensibilità di altri. Non può essere altrimenti. Quindi mi dispiace ti abbia inquietato, e anche che non ti sia piaciuto, certo, però è anche bello ricevere garbati giudizi negativi. Fa sembrare il mondo più vero di quanto non siano certe zone del web eccessivamente affettate.

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    2. Ah ma io sono ampiamente ripagata da tutto il resto dei tuoi racconti, non è certo una piccola inquietudine che potrà farmi cambiare idea sul tuo lavoro. Ho voluto comunicarti questo mio pensiero proprio perché ti apprezzo molto, fosse stato il racconto di uno scrittore qualsiasi non avrei avuto il coraggio (e la voglia) di scrivere quello che pensavo sinceramente. E tieni conto che il massimo del genere horror (e dintorni) che riesco a leggere è Stephen King, che come sai è molto altro e quindi vengo coinvolta in maniera diversa - per il resto niente film e niente letteratura in cui ci siano scene forti, sanguinolente, o anche solo emotivamente forti (poi magari ci sono le eccezioni, ma in genere...).

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    3. Ah, ma io sono davvero ampiamente ripagato dal tuo commento. :) Vedi cosa è diventata l'Italia? Una specie di mentalità coscaiola, omertosa, secondo la quale se io scrivo una cosa ne devo pensare necessariamente l'opposto. No. Sono contento che all'interno del popolo italiano ci siano persone limpide come te.

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