giovedì 12 dicembre 2013

Ieri stavo morendo



Mi è già capitato qualche anno fa, ma di quello non ne voglio parlare, perché non fu proprio morte, anche se la sensazione fu molto simile a quella che dovrebbe essere la morte, presumo, perché nessuno è mai tornato per raccontarla. 
Ieri, invece, c'era un io cosciente, a tavola, che si stava soffocando lentamente con un bolo andato di traverso. Non uno di quelli che tossisci e ti alzi di colpo, ma uno che diventa una palla con la quale gli sfinteri dell'esofago iniziano a farci la melina. Quindi la palla non andava né su né giù. E io ero cosciente e tranquillo, all'inizio; solo un po' tappato. Così, mi sono alzato e ho detto, con il sorriso: «Porca miseria...» o un suo equivalente, cercando di tranquillizzare tutti, me compreso. Ci ho bevuto su. Prima vino, poi acqua. Ma mi sembrava di riempire un pozzo con i liquidi che, avendo una palla e un posto stretto in cui sciabordare, si sono messi a fare il gioco delle maree. Pure loro. E mentre tutto questo accadeva, e queste cose mollicce e liquide giocavano nel mio corpo e si costruivano un universo, io perdevo costantemente fiato. Mi risaliva in gola una specie di muco. Allora mi sono cacciato due dita in bocca e ho cercato di vomitare, ma il mio mondo interno con le sue maree rimaneva in un'orbita immobile. E il respiro continuava a non fare più la corte all'aria, così ho chiesto aiuto, mentre sentivo altre palline arrivare davanti agli occhi e il sudore farne di diverse sulla mia pelle, schiacciandole sotto le maglie, bagnandomi. Me ne stavo andando, non so dove. Non me lo sono chiesto. Non ci si chiede nulla mentre si sta per morire. Volevo solo rimandare quella cosa, quella qualsiasi cosa, che avesse la falce o meno, a un momento altro. Un secondo alla volta. Un mezzo respiro alla volta.
Poi è arrivata alle mie spalle una specie di manovra di heimlich fatta in casa, una roba raffazzonata, inventata, che più di un lavoro di pressione sotto lo sterno, mi ha fatto rimbalzare sul pavimento come un pupazzo.
E quella palla, con i suoi mari e le sue maree è andata giù, nell'inferno dell'acido gastrico, o in qualunque posto finisca la morte quando è un pezzo di riso e pollo omicida.

3 commenti:

  1. Porca miseria...Meno male che c'era qualcun altro con te

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  2. Già. Oggi ho letto che quella manovra si può fare anche da solo con l'aiuto di una sedia. Ma, "oggi", sarebbe stato troppo tardi. :)

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    1. Sai che anche io ho tendenza ogni tanto a inghiottire male, e raramente ho avuto sensazione che il boccone si fosse messo proprio di traverso - secondi che sembrano lunghi, tossendo, ma alla fine non sono mai giunta a spaventarmi davvero (anche se chi mi guarda mi chiede continuamente "tutto bene"?). Se davvero esiste una manovra possibile da fare con la sedia forse dovrei conoscerla, che non si sa mai...

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