martedì 18 settembre 2012

Prometheus: il bravo sceneggiatore si tiene il casco

PRESENZA DI SPOILER. SE NON HAI VISTO IL FILM, ALLONTANATI SUBITO.



Torno ancora su Prometheus per provare a spiegare, non per domandare. Ma questa volta non toccherò direttamente il film: dimostrerò perché gli sceneggiatori prendono in giro lo spettatore che ha sufficiente senso critico per accorgersi del raggiro.
Non ho mai scritto sceneggiature. Solo narrativa; di tutti i generi. L'errore di Prometheus tocca un punto di contatto tra i due universi di scrittura, quindi posso permettermi di parlarne.


Il momento esatto in cui la sospensione dell'incredulità sprofonda sotto il sedile del cinema si manifesta quando tutti i partecipanti della prima spedizione all'interno della struttura aliena si tolgono il casco seguendo l'esempio di un archeologo hippy. Ripeto: tutti. L'archeologo spiritato, spremendo comunque la pazienza dello spettatore, avrebbe avuto qualche attenuante; gli altri no. Non nel loro complesso e, soprattutto, non un biologo.

La vera chiave di volta della perdita di fiducia da parte dello spettatore sta nello scoprire che quella scena e le successive senza casco non hanno alcuna ragione di esistere nell'economia della trama. Tutte le vicende che si svolgono da quel momento in poi avrebbero potuto svolgersi con il casco in testa. Lo spettatore con sufficiente senso critico capisce allora che quelle scene sono state girate così per una questione estetica.
Il casco è stato tolto per mostrare meglio il volto degli attori.
Ecco che lo scrittore si svela all'interno della storia che sta raccontando e l'incanto si perde. Svanisce. Lo spettatore non è più dentro il film, inizia a capire che quella pellicola non si sta sforzando di raccontare vicende razionali in un impianto narrativo razionale, seppur fantastico, ma che tra gli scopi principali ha quello di ritenere che lo spettatore abbia capacità intellettuali prossime allo zero e che accetti la perdita del casco perché così è più bello.


Non c'è molto altro da aggiungere. La scrittura è un rischio calcolato. Devi fidarti di chi legge/guarda perché lui si fida di te. Ha comprato il tuo libro, ha pagato un posto in sala. Devi seguire il tuo stile, mostrare la tua arte, pensare anche agli incassi, ma non devi mai considerarti dio, altrimenti fai la fine di Weyland. E parlo dell'ultimissima parte della sua vita, mica di quella coi soldi.

6 commenti:

  1. Ottimo spiegazione, davvero. In America, in questi mesi seguenti l'uscita nelle sale si è portato il dibattito, soprattutto quello sprezzante la pellicola e l'accoppiata scott/tiziodiLost, forse alla sintesi più tagliente: Prometheus non è un film sci-fi. Insomma, non basta ficcare un sintetico (per l'ennesima volta mozzato in due) che la sa lunghissima, una navicella, un tempo futuristico, le olografie, un pianeta inclinato con anelli e lune, 'na valanga di scarse nozioni scientifiche e delle bellissime tute spaziali a pretender con ingordigia i connotati del genere filmico/letterario. D'altronde ennesimo virale a promozione del dvd/BR: http://www.youtube.com/watch?v=HK684Ti1KyI

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    1. Grazie, Alessio.
      Secondo me, invece, Prometheus è fantascienza. Solo che il film è sbagliato.

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  2. E' vero, questa faccenda (con molte altre del film) ha deluso anche me.
    Quanto al dubbio se il film sia SF o no, io direi che è fantascienza fatta molto male, inutile andare a cercargli altre etichette.

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  3. Ma perché no?
    Il casco vien tolto a séguito di rilevamenti, probabilmente un po' frettolosi e cialtroni nella sequenza dialogante (l'uso della parola scettico, a richiamo della questione di Fede), dell'armamentario tecnologico in loro possesso. Nonostante non venga fatto riferimento alla contaminazione, siamo davanti ad un contesto non così difficilmente futurizzabile. Perché non bisogna accettarlo? La cosa in sé, poi, viene altresì fatta apparire come avventata persino dal dialogo dell'archeologo con la compagna Dr. Shaw, dalla stessa tecnologia in loro possesso (le tute avvertono di non procedere alla rimozione del casco) e dalla comunicazione radio del geologo Fifield, mentre la coppia sta rimuovendosi il casco, a definire questa spavalderia come "freak show" comunicando il tutto alla Prometheus, ribadendo ulteriormente l'inusitatezza del gesto. Senza dimentica poi il vaglio di David8 a dar manforte ai rilevamenti sulla respirabilità dell'aria & terraforming.
    Spiegati meglio, perché presumere che all'assenza di un maggior dialogo tecnico a sostegno del gesto incauro vi sia una voglia d'estetizzare non si regge in piedi. Vi è meno nerdismo scientifico rispetto ad altri pellicole di genere, sia chiaro eh!, però...

    Non definire fantascienza un tale film credo resenti l'assurdo.

    Mattia Veneziani

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  4. Ma perché no?
    Il casco vien tolto a séguito di rilevamenti, probabilmente un po' frettolosi e cialtroni nella sequenza dialogante (l'uso della parola scettico, a richiamo della questione di Fede), dell'armamentario tecnologico in loro possesso. Nonostante non venga fatto riferimento alla contaminazione, siamo davanti ad un contesto non così difficilmente futurizzabile. Perché non bisogna accettarlo? La cosa in sé, poi, viene altresì fatta apparire come avventata persino dal dialogo dell'archeologo con la compagna Dr. Shaw, dalla stessa tecnologia in loro possesso (le tute avvertono di non procedere alla rimozione del casco) e dalla comunicazione radio del geologo Fifield, mentre la coppia sta rimuovendosi il casco, a definire questa spavalderia come "freak show" comunicando il tutto alla Prometheus, ribadendo ulteriormente l'inusitatezza del gesto. Senza dimentica poi il vaglio di David8 a dar manforte ai rilevamenti sulla respirabilità dell'aria & terraforming.
    Spiegati meglio, perché presumere che all'assenza di un maggior dialogo tecnico a sostegno del gesto incauro vi sia una voglia d'estetizzare non si regge in piedi. Vi è meno nerdismo scientifico rispetto ad altri pellicole di genere, sia chiaro eh!, però...

    Non definire fantascienza un tale film credo rasenti l'assurdo.

    Mattia Veneziani

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    1. Ciao Mattia. Grazie per il commento. È sempre bello incrociare i pareri.
      Però non capisco. Prima dici che possono avere l'armamentario tecnologico per capire non se l'aria è pulita (quello è chiaro e lo dicono) ma anche se contiene possibili virus nocivi all'uomo, poi torni sulla constatazione che tutti lo considerano un gesto avventato.
      Quindi poi dici che è una spavalderia. Spavalderia inaccettabile. Non coerente. O scritta malissimo.
      Tanto che quando nel finale ritornano sulla nave aliena con Weyland lei avverte di non togliere il casco perché non sanno cosa ha infettato Holloway e che potrebbe essere stata l'aria.
      Quindi, questi sedicenti strumenti di rilevamento non hanno mai rilevato alcunché.
      E allora io trovo che sia solo una scelta estetica mista a un modo spocchioso e insopportabile di trattare lo spettatore.

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