martedì 13 luglio 2010

Chi sei? INTERNET!





Due innamorati.
Per lettera: «Ti amo. Sei il mio sole di giorno e la mia luna di notte.»
Al telefono: «Ti amo...»
Al ristorante: «Cameriere, il conto!»

La comunicazione è anche una questione di distanze, e più si è lontani più è facile che i sentimenti (amore o rabbia non importa) acquistino potenze impossibili nei pochi metri di uno sguardo.
Internet, presentatasi al mondo come colei che avrebbe dovuto azzerare lo spazio tra i popoli ha sì compiuto la missione, ma non ha saputo modificare la legge primordiale delle distanze comunicative.
Con la distanza si acquista sicurezza e, in alcuni casi, internet ha aggiunto anche l'anonimato: emendamento che ha dato maggior vigore alla legge.
Si può essere belli con Photoshop, ricchi a parole, esperti con Wikipedia. Non c'è un vero contatto, e non lo si vuole per lo stesso motivo per cui le videochiamate dei cellulari non hanno avuto successo: perché si può essere sgamati.
Meno barriere si hanno davanti all'interlocutore e più possibilità si hanno di essere colti da un imbarazzo, che può andare dalle occhiaie al mattino all'incapacità di discorrere di letteratura.
La barriera si cerca, è necessaria, anche nei social network che spingono all'outing con nome e cognome; internet concede sempre il potere di celare ciò che non si vuole far vedere o ascoltare, capacità che una ceretta o un microfono del cellulare non riescono a eguagliare, se non con molto dolore per la prima, e con un limone in bocca in stile Fantozzi per il secondo.

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