martedì 25 marzo 2014

La paura paralizza. La rabbia è una reazione alla paura.




Sono stanco dei marescialli, dei commissari, della polizia, dei carabinieri all'interno della narrativa. Mi annoiano. Non so spiegare il perché; come non so farlo per Scarlett Johansson. Non mi piace e basta. Utilizzo così tanto la testa che non mi va di sprecare il raro tempo libero che le concedo per dare una spiegazione alla mia idiosincrasia nei confronti di un'attrice multimilionaria che continuerà a fare soldi nonostante la mia idiosincrasia.
Allora, ho preso un paese che non esiste e l'ho infilato al centro di un posto che esiste, al confine tra le estreme propaggini della bassa bolognese e l'inizio della provincia ferrarese, dove c'è l'opera di presa sul Reno che sembra piegare il fiume verso l'Adriatico prima di farlo entrare nel Bosco della Panfilia.
Poi ci ho messo un ragazzo di quindici anni che soffre di una strana forma di atarassia, che è più un'apatia di fondo, un'imperturbabilità, e che vuole fare l'investigatore. E dopo l'ho fatto avvicinare da Charlotte, che è l'unica persona che riesce a scombussolarlo, affinché gli confidi una cosa mai confessata ad alcuno.
E poi... poi un commissario ce l'ho dovuto mettere per forza, ma la storia la fa tutta l'atarassico e la rabbia che schizza fuori dall'indifferenza, proprio come quando lo vediamo fare alle persone buone, buonissime, che a un certo punto non ce la fanno più a tenere dentro tutta quella pressione che spinge costantemente, ventiquattro ore al giorno, sulle duecentocinquanta milioni di fibre muscolari che fasciano il corpo umano.
Così, ho provato a dirlo in Scorreva rabbia.

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Scorreva rabbia (Delos Crime)
E dentro tutti gli altri negozi in rete.

7 commenti:

  1. L'ho finito di leggere settimana scorsa, ed eccomi qui, sebbene un po' in ritardo.
    Mi è piaciuto, l'ho letto con interesse, scritto bene al solito (ma con un pizzico di originalità in meno, forse); da te mi aspetto sempre tanto, quindi ero partita con le aspettative che invece non dovrebbe avere nessun lettore quando ci ci immerge in una storia (me ne lamento io con certi lettori di fumetti).
    È una buona storia, cupa e intensa, ma forse non tanto tanto originale; non sono una fanatica dell'originalità in se stessa, per me non è motivo di demerito. Ho apprezzato l'ambientazione, la pioggia costante, anche il rapporto instaurato tra il protagonista e il commissario. Alla fine avrei voluto leggere ancora, di più, anche se mi sembra che la lunghezza e la forma del racconto siano quelle giuste.
    Sarebbe bello un giorno avere una tua intervista per il mio blog, ci stavo pensando (e anche se non ho tempo, e magari non hai neanche tu, ma mi piacerebbe tanto).
    Al prossimo libro allora :)

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    1. Grazie, Patrizia. I tuoi commenti sono sempre belli perché hanno il sapore della schiettezza, e mi piace quando è così. Quello che per gli altri potrebbe essere una specie di affronto, per me diventa un complimento, soprattutto quando mi si dice: "da te mi aspetto sempre tanto", che è un'altra cosa bella, perché vuol dire che si è fatto bene e si pretende sempre il massimo. Traslando il concetto e cambiando il discorso, è quello che manca alla nostra nazione. Pretendere sempre il massimo, lasciando da parte i bronci e le mancate assunzioni di responsabilità che di solito si usano come scuse. Sei una delle mie lettrici migliori, e sono contento di averti.
      Per l''intervista, sì. Per me va bene. Anch'io attraverso un periodo che non lo raccomando a nessuno, ma tra un po' dovrebbe assestarsi pur non perdendo la sua pesantezza. Però il tempo per un'intervista lo trovo.
      Grazie, Patrizia. (sorriso)

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    2. Grazie a te, Sergio, sei uno dei pochi scrittori italiani contemporanei che seguo, sappilo!
      Per l'intervista almeno so che posso cominciare a buttare giù le domande, piano piano - non avverrà a breve tempo quindi stai tranquillo (poi una volta che avrai le domande sari liberissimo di rispondere quando più ti sarà comodo, per me non c'è alcuna fretta - pensa che sto facendo un'intervista a Serra cominciata un paio di mesi fa ed è ancora in lavorazione, ma tanto chi ci corre dietro?).

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    3. Ci corre dietro il tempo. E quello è relativo, come diceva una persona molto più intelligente di me. Scherzo. Prenditi tutto il tempo che ti serve.

      (Non è detto che non abbia voglia di fartene una anch'io :) )

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  2. Scusa gli errori e i refusi. Comunque se non si fosse capito consiglio il libro a tutti, si inizia a leggerlo e non si smette più - è davvero scritto BENE.

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  3. Sergio ho visto che sulla copertina di Writers Magazine c'è il tuo disegno, quello utilizzato per "Scorreva rabbia"; all'interno però non mi sembra che si parli in particolare del tuo libro - o no?

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  4. Mi pare ci sarà solo un'intervista al curatore della collana Delos Crime. Hanno deciso di usare la mia immagine perché è piaciuta. :)

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