mercoledì 30 ottobre 2013

5 mesi

fonte: Michele Catania


Perché oggi era anche una bella giornata. Ero riuscito a fare pure due passi dentro quella cosa che si chiama luce del giorno, e in mezzo all’asfalto, l’erba, il sole, il sangue, l’aria, che in questo periodo si chiamano autunno. Camminavo e parlavo del test di Nabokov, spiegavo che il senso mica sta nel conoscere il nome degli alberi. Sta nel conoscere. Se non vivi non puoi raccontare. E intanto mi passava accanto una ragazza con una Peugeot 206 diesel blu-impolverato e il finestrino aperto. Ci siamo guardati nello stesso modo che non cambia mai dai quindici anni fino a che non muori, quello che ti fa pensare reciprocamente: io ti sto guardando per capire se sei attraente e per intuire se lo sono anch'io. È uno sguardo velocissimo, e se uno dei due è in macchina, anche di più. Mi pareva di conoscerla. Forse era una mia vicina di strada. Infatti la Peugeot 206 si è fermata poco più avanti, mettendo il muso verso il palazzo. L’ho superata mentre continuavo a parlare di alberi e di uno scrittore morto.

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